C’è un mondo in cui i desideri diventano realtà. E quello, misconosciuto, dei trust in cui il settlor, ovvero colui che si spoglia di determinati beni, scrive in una lettera, appunto, i suoi desideri, e qualcun altro, il trustee, li deve esaudire. Anche perché, se non dovesse farlo, arriverebbe un angelo custode, il protector, che potrebbe fargli perdere il posto, esautorandolo. È un mondo a parte quello dei trust, fatto al contrario, nel quale per proteggere la propria ricchezza, invece di gestirla, la si cede ad altri che l’amministrano in favore di uno o più beneficiari. I motivi per farlo possono essere molti, (ma anche i timori per un’operazione che dura il più delle volte 100 anni): dalla protezione del bene (che non è più aggredibile da eventuali creditori) alle decisioni legate a un passaggio generazionale, fino al proseguimento dei propri obiettivi per un periodo di tempo che va ben oltre la propria vita.
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